Il procuratore regionale presso la Corte dei Conti citava in giudizio un medico dipendente di una ASP per sentirlo condannare al pagamento di oltre 130.000 euro a titolo di risarcimento del danno nei confronti del datore di lavoro. Il sanitario, pur essendo titolare di partita IVA, comunicava all’azienda di optare per il rapporto di lavoro esclusivo con lo svolgimento di attività privata in regime di intramoenia, tuttavia, secondo la prespettazione dell’accusa, nel periodo 2003-2007 aveva svolto attività libero professionale in nome e per conto proprio percependo un reddito pari a al oltre 300.000 euro ed assumeva altri particolari incarichi per compagnie assicuratrici senza essere autorizzato.