Cresce anche in Italia la frode creditizia mediante furto di identità, fenomeno che secondo l’Osservatorio delle Frodi Creditizie di CRIF sta assumendo dimensioni preoccupanti. Una polizza di tutela legale DAS costituisce la protezione migliore contro le spiacevoli conseguenze di questo reato.

C’è chi lo ha scoperto dopo essere stato contattato da una società di recupero crediti che esigeva il pagamento delle rate di rimborso di un prestito mai richiesto; c’è chi se ne è accorto controllando il conto corrente bancario, dal quale risultavano addebiti relativi a pagamenti RID mai autorizzati, altri ancora si sono visti rifiutare il finanziamento per l’acquisto di un bene perché risultavano essere, a loro totale insaputa, classificati come cattivi pagatori. Nella galleria delle vittime c’è persino chi ha deciso di pagare un bene acquistato da altri a suo nome pur di tutelare la propria reputazione creditizia. 

Frode creditizia e furto di identità

Gli esempi  sopra citati fanno riferimento alla frode creditizia mediante furto di identità, fenomeno in forte crescita che ha già colpito decine di migliaia di consumatori a livello europeo e italiano. Ma cosa sono la frode creditizia e il furto di identità? Si tratta di vere e proprie condotte criminali, che attraverso l’utilizzo dell’identità o delle credenziali altrui mirano a ottenere un indebito vantaggio personale. La frode creditizia è un’attività illegale finalizzata ad acquistare beni, ottenere credito o strumenti di pagamento (carte di credito, assegni) con l’intenzione di non restituire nulla al creditore. Per farlo, è necessario compiere un reato collegato al primo, ossia il furto di identità, che viene perpetrato acquisendo i dati personali più comuni, come nome e cognome, data e luogo di nascita, dai quali è possibile ottenere il codice fiscale. In pratica, chi si macchia di questo genere di reato utilizza l’identità e le credenziali finanziarie di un’altra persona per ottenere un prestito o acquistare un bene, lasciando alla vittima l’onere di rifondere i creditori. La legge distingue tra il furto di identità totale, che si verifica quando il frodatore utilizza solo informazioni relative alla vittima (anche detto soggetto “impersonificato”), dal furto di identità parziale, nel quale il frodatore utilizza sia i dati della vittima, sia  dati inventati o di altre persone. La frode creditizia, invece, avviene alterando i documenti originali della vittima e/o producendo documenti totalmente falsi per chiedere un finanziamento o l’apertura di un conto corrente.

Le dimensioni del problema in Italia

Secondo gli studi realizzati da CRIF nell’ambito dell’Osservatorio sulle Frodi Creditizie, il fenomeno è in forte aumento anche nel nostro Paese: negli ultimi anni la frode creditizia è cresciuta con percentuali a doppia cifra, per un importo complessivo pari a 177 milioni di euro nel 2009 e a 92 milioni di euro nel primo semestre del 2010. Quello che è importante sottolineare, inoltre, è che chi subisce un furto di identità se ne accorge molto tempo dopo che si è compiuto il reato: se un quinto delle vittime lo scopre nel giro di sei mesi, il 19% vi impiega da 6 mesi a un anno, mentre il 22% si rende conto che qualcun altro ha sottoscritto un finanziamento a suo nome solo dopo 12-24 mesi. Per il 17% ci vogliono anche più di due anni. A livello anagrafico la fascia di età più colpita dal furto di identità a scopo di frode creditizia è quella compresa tra i 31 e i 40 anni, mentre due vittime su tre sono di sesso maschile.

Le ragioni alla base del fenomeno

Lo studio di CRIF analizza il motivo per cui la frode creditizia continui a crescere, tenendo conto delle diverse componenti che rendono particolarmente vantaggiosa questa tipologia di reato. La frode creditizia cresce, in primo luogo, perché è piuttosto semplice accedere ai dati personali delle potenziali vittime: molti degli utenti che utilizzano i social network, per esempio, inseriscono nel proprio profilo informazioni personali, leggerezza che può essere pagata a caro prezzo se si incrocia sulla propria strada un frodatore. L’evoluzione tecnologica, inoltre, permette ormai di contraffare con grande facilità i documenti, a fronte del fatto che gli istituti di credito non hanno ancora a disposizione strumenti efficaci per effettuare verifiche tempestive sull’identità degli utenti. Un ultimo punto, infine, riguarda la capacità di sanzionare il reato, obiettivo che al momento rimane un miraggio: se da un lato le pene per i frodatori sono ancora troppo leggere, infatti, dall’altro vale la pena di sottolineare che nel 93% dei casi la vittima del furto d’identità ha dovuto sporgere denuncia contro ignoti.

Tutela legale, uno scudo efficace

Un aspetto particolarmente rilevante collegato a questo reato è che chi subisce il furto di identità è vittima due volte: oltre alla perdita di tempo e di denaro necessari per dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, infatti, nella maggior parte dei casi i malcapitati vedono compromessa la propria reputazione creditizia, con la conseguente difficoltà ad accedere a qualsiasi forma di credito. Le vittime, inoltre, rischiano di non veder tutelati adeguatamente i propri diritti, a fronte della certezza di dover sostenere ingenti costi per l’assistenza legale necessaria. A questo proposito la soluzione più efficace è sicuramente una polizza di tutela legale DAS, che consente alla vittima di tutelare i propri interessi grazie al supporto di un network di professionisti dedicati, senza dover sostenere alcuna spesa legale.

Il progresso tecnologico e la diffusione di sistemi di comunicazione “a rete” hanno sicuramente moltiplicato le occasioni di contatto per ognuno di noi, ma insieme ai tanti vantaggi l’evoluzione ci sottopone a rischi sempre nuovi, tra i quali il furto di identità rappresenta uno dei maggiori pericoli. E’ dunque importante pensare per tempo a non avere brutte sorprese, ecco perché un numero sempre maggiore di persone ha inserito una polizza di tutela legale DAS tra le coperture assicurative personali.