Con un’ordinanza firmata il 2 aprile, il Ministero della Salute ha messo almeno un punto fermo nella spinosa questione delle sigarette elettroniche: il divieto di vendita di quelle contenenti nicotina è stato infatti innalzato da 16 a 18 anni, lo stesso limite in vigore per i prodotti del tabacco.

Si stanno inoltre diffondendo, a macchia di leopardo e in assenza di una disciplina chiara e univoca, i divieti di fumo delle “e-sigarette”: vietate in alcuni uffici pubblici, nei cinema (già numerosi i casi di litigi e lamentele da parte del pubblico non fumatore), in molti ristoranti, sui treni e sui voli Alitalia. E, dato che l’articolo 51 della legge 3 del 2003 (la legge Sirchia) sul divieto di fumo non si cita espressamente “fumo di tabacco”, è già stata proposta l’estensione del campo di applicazione anche alle sigarette elettroniche.

Nell’attesa di indicazioni precise per il nostro Paese, vediamo cosa succede all’estero. In Australia, Canada, Norvegia, Brasile, Cina, Thailandia, Uruguay, Singapore e Turchia le sigarette elettroniche sono attualmente vietate, mentre in Belgio, Danimarca, Estonia, Germania, Ungheria, Austria, Slovenia, Finlandia, Portogallo e Svezia, quelle contenenti nicotina sono gestite integralmente o parzialmente come prodotti farmaceutici. In Francia sono regolamentate solo se utilizzate a scopo terapeutico per smettere di fumare, nel Regno Unito e in Lettonia sono in via di regolamentazione.

In Italia il mercato non sta certo attendendo i tempi del legislatore: a oggi si stimano oltre 2.000 punti vendita, un giro d’affari annuo schizzato già a 100 milioni di euro con un’offerta di prodotti che ha già conquistato il 7 per cento dei fumatori italiani. La quasi totalità degli utilizzatori (il 97%) utilizza aromi contenenti nicotina.

In assenza di regole si pongono inoltre problemi di convivenza tra fumatori e non fumatori: arrivando da un assetto di divieti e sanzioni definite, si possono diffondere fraintendimenti nell’applicazione degli stessi anche ai nuovi “svapatori” (con questo neologismo vengono qualificati gli utilizzatori delle sigarette elettroniche) o comportamenti poco rispettosi negli uffici e nei luoghi pubblici. E’ pertanto consigliabile informarsi della presenza di eventuali divieti prima di “svapare”!