Il fascicolo sanitario elettronico (FSE) è lo strumento che consente al cittadino di tracciare e consultare tutta la sua “vita sanitaria”. Ecco la guida completa

Cos’è il Fascicolo Sanitario Elettronico?

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento a disposizione del cittadino che consente di tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 4 agosto 2017 ha messo fine alla fase di sperimentazione condotta in alcune regioni italiane, sancendo la definitiva e generalizzata operatività del FSE.
Con il DPCM n. 179 del il 15 settembre 2015 è stato pubblicato il Regolamento definitivo in materia di Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), definito come “l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito”.
In sostanza, nel FSE è racchiusa la “storia clinica” di ogni paziente, completa e sempre aggiornata, consultabile telematicamente in qualsiasi istante e da qualsiasi luogo, da chi è autorizzato (medici e operatori socio-sanitari) e limitatamente a quella parte per cui l’autorizzazione è stata data.

Obiettivi e finalità del FSE

L’obiettivo principale del FSE è quello di fornire una base informativa in grado di agevolare l’assistenza del paziente, facilitare l’integrazione delle diverse competenze professionali, e migliorare per questa via le attività assistenziali e di cura fornendo una base informativa consistente.

Trattandosi di uno strumento unico di aggregazione e condivisione delle informazioni, volto alla migliore interazione tra pazienti e professionisti della salute, il Fascicolo punta al complessivo efficientamento della qualità dei servizi sanitari a 360° gradi, tra i quali: prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico; programmazione sanitaria, verifica delle qualità della cure e valutazione dell’assistenza sanitaria.

Oltre a rappresentare un essenziale punto d’approdo della cultura e-Health in Italia, la realizzazione e la diffusione del FSE a livello nazionale, ha consentito anche un notevole risparmio legato alla dematerializzazione del cartaceo e ha permesso di rivisitare completamente i processi clinici e amministrativi, nonché l’intera organizzazione della sanità pubblica.

I vantaggi del FSE

Grazie al FSE l’assistito può avere la propria storia clinica disponibile in formato digitale in ogni momento e in qualunque luogo, senza portare con sé tutta la documentazione cartacea e scongiurando i rischi legati alla perdita dei documenti.

Si evitano così prestazioni sanitarie superflue, si offre un supporto concreto nei casi di emergenza fornendo ai medici di pronto soccorso tutte le informazioni necessarie per un corretto intervento e si tutela la privacy dell’assistito che ha il completo controllo circa l’alimentazione o la consultazione dei dati per cui può prestare e revocare il consenso.

Il personale medico, a cui è consentito consultare la documentazione in formato digitale, invece, ha ora la possibilità non solo di migliorare il servizio di assistenza socio-sanitaria al cittadino, ma anche di intervenire in tempi più brevi, con conseguente diminuzione dei tempi di attesa per le prestazioni.

Fascicolo sanitario elettronico: cosa contiene?

Ai sensi del d.P.R. 178/2015, recante il Regolamento in materia di fascicolo sanitario elettronico, il FSE, come accennato, contiene la storia clinica del paziente rappresentata da un insieme di dati e documenti. Alcuni di questi rappresentano il c.d. “nucleo minimo” comune a tutte le Regioni, ovvero una serie di informazioni obbligatorie.

Altri, invece, sono dati aggiuntivi e “integrativi” (ad esempio prenotazioni, cartelle cliniche, erogazione farmaci, vaccinazioni, ecc.) che, pur potendo arricchire notevolmente il FSE, rimangono facoltativi e rimessi alla discrezionalità delle singole istituzioni regionali, in particolare correlati alle scelte in materia di politica sanitaria.

Nel fascicolo, dunque, possono potenzialmente confluire tutte le informazioni sanitarie che descrivono lo stato di salute dell’assistito e che vengono via via rilevate dal suo Medico di famiglia e dai vari specialisti che egli consulta.

FSE: il nucleo minimo

Il nucleo minimo del Fascicolo Sanitario Elettronico è rappresentato da:
– dati identificativi e amministrativi dell’assistito;
– referti;
– verbali pronto soccorso;
– lettere di dimissione;
– profilo sanitario sintetico;
– dossier farmaceutico;
– consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti.

FSE: i dati e documenti integrativi

Tra i dati e documenti facoltativi, di tipo integrativo e non obbligatori, invece, rientrano tutti una serie di altri documenti, ovvero:

– prescrizioni (specialistiche, farmaceutiche, ecc.);
– prenotazioni (specialistiche, di ricovero, ecc.);
– cartelle cliniche;
– bilanci di salute;
– assistenza domiciliare: scheda, programma e cartella clinico‐assistenziale;
– piani diagnostico‐terapeutici;
– assistenza residenziale e semiresidenziale: scheda multidimensionale di valutazione;
– erogazione farmaci;
– vaccinazioni;
– prestazioni di assistenza specialistica;
– prestazioni di emergenza urgenza (118 e pronto soccorso);
– prestazioni di assistenza ospedaliera in regime di ricovero;
– certificati medici;
– relazioni relative alle prestazioni erogate dal servizio di continuità assistenziale;
– autocertificazioni;
– partecipazione a sperimentazioni cliniche;
– esenzioni;
– prestazioni di assistenza protesica;
– dati a supporto delle attività di telemonitoraggio;
– dati a supporto delle attività di gestione integrata dei percorsi diagnostico‐terapeutici;
– altri documenti rilevanti per i percorsi di cura dell’assistito;

Vi rientra anche il c.d. taccuino personale dell’assistito ovvero un’area del FSE che consente all’assistito, autonomamente, di inserire tutti i dati e i documenti che ritiene più opportuni, riguardanti il proprio percorso di cura anche fuori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Tali informazioni rimangono, tuttavia, distinte dalle altre poiché non certificate dagli operatori del SSN e l’assistito può scegliere se e a chi renderle visibili.

Il Profilo Sanitario Sintetico (PSS)

Particolarmente importante è il c.d. Profilo Sanitario Sintetico (PSS), noto anche come “Patient Summary”, che si può considerare come la “carta d’identità sanitaria” dell’assistito. Si tratta di un documento redatto e aggiornato dal Medico di Medicina Generale (MMG) o dal Pediatra di Libera Scelta (PLS) volto a garantire una continuità assistenziale e una migliore qualità di cura soprattutto in situazioni di emergenza o in mobilità.

Questo contiene, oltre i dati identificativi del paziente e del suo medico curante, tutte le informazioni cliniche che descrivono lo stato dell’assistito, ad esempio: la lista dei problemi rilevanti, le diagnosi, le allergie, le terapie farmacologiche per eventuali patologie croniche e tutte le indicazioni essenziali per garantire la cura del paziente. In caso di variazione del MMG/PLS che ha in cura il paziente, il nuovo medico manterrà il PSS precedentemente creato o ne redigerà uno nuovo.

Come si attiva il Fascicolo Sanitario Elettronico?

Il Fascicolo si attiva dal momento in cui l’assistito presta il consenso alla sua alimentazione e consultazione.
Le modalità di attivazione possono variare in quanto a ogni Regione o Provincia autonoma è consentito prevederne una o più.

Per l’attivazione, ad esempio, può essere richiesto al cittadino di recarsi presso il Medico di Medicina Generale (MMG) o il Pediatra di Libera Scelta (PLS), oppure di fare riferimento al personale delle strutture appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Ancora, ben può il fascicolo essere attivato direttamente on-line tramite un portale dedicato e con le autenticazioni necessarie, oppure presso sportelli dedicati al cittadino o in occasioni di eventi dedicati.
FSE: il consenso dell’assistito
Resta sempre ferma la necessità che il cittadino prenda visione dell’informativa completa riguardante il FSE (cos’è, chi può alimentarlo, come oscurare i dati, ecc.) come previsto dal DPCM n. 178/2015 e presti esplicito consenso alla sua attivazione.

Infatti, la consultazione e l’inserimento dei dati e dei documenti nel FSE potranno avvenire esclusivamente previo rilascio di un consenso libero e informato da parte dell’assistito e nel rispetto del segreto professionale da parte dei medici che lo hanno in cura, salvo specifici casi di emergenza sanitaria per i quali sono previste procedure particolari.

Nel rispetto della privacy, il paziente può scegliere chi è autorizzato a consultare il suo Fascicolo, in quali condizioni e anche quali dati inserire, potendo decidere anche l’oscuramento di alcune informazioni.

Anche eventuali dati e documenti sanitari e socio‐sanitari soggetti a maggiore tutela dell’anonimato possono essere visibili solo con esplicito consenso dell’assistito (es. sieropositività, interruzione volontaria di gravidanza, subita violenza sessuale, uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, ecc.).

FSE: la revoca del consenso

L’assistito può, in qualunque momento, modificare le indicazioni in merito a chi può consultare il proprio Fascicolo e cosa può essere consultato, nonché revocare il consenso prestato per la consultazione dei dati e dei documenti presenti nel Fascicolo, senza alcuna conseguenza sull’erogazione delle prestazioni del SSN e dei servizi socio-sanitari regionali.

La revoca del consenso disabilita l’accesso ai dati e ai documenti per i professionisti sanitari e socio‐sanitari precedentemente autorizzati; questi potranno essere riabilitati e tornare a consultare il FSE solo in caso di nuova e successiva prestazione del consenso da parte dell’assistito.

La revoca al consenso di alimentazione del Fascicolo comporta, invece, la chiusura del Fascicolo stesso che potrà, in qualunque momento, essere nuovamente creato dal cittadino, dando il consenso all’alimentazione e, se vuole, alla consultazione e al pregresso.

Come si accede al Fascicolo Sanitario Elettronico

Dato il consenso alla creazione del Fascicolo, l’assistito può accedervi tramite le credenziali e le modalità d’accesso stabilite dalla normativa e iniziare a consultare la documentazione in esso contenuta.

Fino a settembre 2019, la gestione degli accessi al FSE era affidata alle Regioni, con conseguenti molteplici problematiche (come, ad esempio, quella derivante dall’obbligo di riaccreditarsi per tutti coloro che si trasferivano da una Regione all’altra, o come il rischi di disallineamenti informativi).
Oggi, invece, l’AgId ha disciplinato una nuova procedura di accesso al Fascicolo che è unificata su tutto il territorio nazionale, descrivendone nel minimo dettaglio i processi e le funzionalità (leggi Il nuovo Fascicolo sanitario elettronico nazionale).

L’assistito può, in qualunque momento, visualizzare i diversi soggetti che hanno avuto accesso al proprio FSE, sia per attività di consultazione che di alimentazione.

Il popolamento del FSE può avvenire mediante l’inserimento di tutti i dati e i documenti prodotti dal momento in cui è stato dato il consenso o, quando specificato nell’informativa, anche con tutta la documentazione prodotta in precedenza e resa disponibile in formato digitalizzato, sempre se l’assistito dia il suo consenso anche al pregresso.
Il Medico di Medicina Generale (MMG) o il Pediatra di Libera Scelta (PLS) hanno un ruolo fondamentale per l’attivazione ed il popolamento del FSE: il MMG provvede alla compilazione del Profilo Sanitario Sintetico (PSS) e al suo costante aggiornamento.
Il FSE coinvolge, inoltre, tutti i professionisti del SSN che possono, previa autorizzazione da parte dell’assistito, consultare i dati e la documentazione relativa alla situazione clinica del cittadino.

Il FSE nell’Unione Europea

Gli strumenti sanitari sono un obiettivo anche per l’assistenza sanitaria transfrontaliera tra gli Stati Membri dell’Unione Europea, tanto che la Commissione Europea sta realizzando una rete informatica che assicuri l’interoperabilità dei servizi di sanità elettronica.

Fonte: www.StudioCataldi.it